Negli ultimi dieci anni, l’export del vino italiano ha registrato una crescita significativa, consolidando la posizione dell’Italia tra i principali esportatori mondiali. Secondo un rapporto di Nomisma, presentato a Vinitaly, le esportazioni di vino italiano sono aumentate del 69% in valore, corrispondente a un incremento di circa 459 milioni di bottiglie vendute all’estero.
Questa performance supera quella dei vini francesi, che nello stesso periodo hanno registrato un aumento del 33%. Tuttavia, la Nuova Zelanda ha segnato una crescita ancora più marcata, con un incremento del 160%.
Un elemento chiave di questo successo è stato il boom degli spumanti italiani, in particolare del Prosecco. Le esportazioni di spumanti sono aumentate del 240%, portando l’Italia a contribuire al 23% dell’export mondiale di spumanti in valore, rispetto al 10% detenuto nel 2007.
Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, ha evidenziato che, oltre alla crescita degli spumanti, l’export di vino italiano è influenzato da numerosi fattori geopolitici ed economici. Questi elementi stanno portando le imprese a una maggiore diversificazione dei mercati presidiati.
Tra i mercati con le maggiori potenzialità di crescita, spicca la Cina. Secondo Silvana Ballotta, CEO di Business Strategies, il reddito medio pro-capite in Cina dovrebbe aumentare del 50% nei prossimi cinque anni, offrendo opportunità significative per l’export del vino italiano.
In sintesi, il decennio passato ha visto l’Italia rafforzare la sua presenza sui mercati internazionali del vino, grazie a strategie mirate e alla crescente popolarità di prodotti come il Prosecco. Tuttavia, per mantenere e migliorare questa posizione, sarà fondamentale continuare a monitorare le dinamiche globali e adattarsi alle nuove sfide del mercato.