Il presidente Lamberto Frescobaldi e il segretario generale Paolo Castelletti dell’Unione Italiana Vini (UIV) si sono riuniti alla Farnesina con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per affrontare la preoccupante questione dei dazi sulle bevande alcoliche imposti dagli Stati Uniti. La minaccia, avanzata da Donald Trump, di aumentare al 200% i dazi su tutte le bevande alcoliche provenienti dall’Unione Europea desta grande apprensione tra gli operatori del settore vinicolo.
Se tali dazi venissero confermati, l’Italia si troverebbe a dover rinunciare al suo principale mercato di esportazione per il vino, con conseguenze economiche devastanti. Attualmente, le esportazioni di vino dell’UE verso gli Stati Uniti rappresentano circa il 40% dell’export totale del settore, rendendo evidente il potenziale impatto negativo di questa misura.
Di fronte a questa minaccia, Frescobaldi e Castelletti si sono mobilitati, sollecitando l’intervento del ministro Tajani affinché il vino e le altre bevande alcoliche siano escluse dalla disputa commerciale legata ai dazi su acciaio e alluminio. Il punto di forza della loro richiesta risiede nei numeri: le esportazioni europee di vino verso gli USA generano ricavi annui pari a 8 miliardi di euro, mentre l’import di prodotti analoghi dagli Stati Uniti si attesta su 1,35 miliardi di euro.
L’inclusione del settore vinicolo nella disputa commerciale tra Europa e Stati Uniti appare fortemente penalizzante per l’industria enologica europea. Il timore è che, con l’applicazione dei dazi, il mercato subisca un brusco rallentamento, come già evidenziato dalle sospensioni preventive degli ordini da parte degli importatori americani.
Alla luce di questa situazione, il ministro Tajani si è impegnato a portare il tema all’attenzione di Bruxelles, in occasione di un incontro con il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic. Tajani sosterrà le richieste avanzate da UIV, evidenziando la necessità di una revisione dell’accordo di libero scambio Mercosur, affinché il settore vinicolo italiano non venga danneggiato da questa controversia commerciale.
L’intervento delle istituzioni italiane e il dialogo con l’Unione Europea si rivelano quindi fondamentali per salvaguardare un comparto che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e che rischia di subire un duro colpo dalle politiche protezionistiche statunitensi.