Il vino, immancabile sulle tavole degli italiani, potrebbe essere in realtà un pericolo per la nostra salute. Questo quanto emerge, almeno, dall’ultima norma introdotta in Irlanda che, in seguito all’approvazione dell’Unione Europea, prevede di inserire nuovi alert sanitari sulle etichette degli alcolici, tra cui, appunto, anche il vino.
Una prospettiva che non piace per nulla ai big del settore enogastronomico, che temono un cambio radicale nella mentalità dei consumatori: un terrorismo sanitario rispetto ai nefasti effetti del vino, infatti, potrebbe costare somme da capogiro a un’industria che, soprattutto in Italia, Francia e Spagna, rappresenta un gigante dell’economia nazionale.
Quanto fa male il vino?
Le opinioni sono contrastanti, ma in generale smentiscono alcuni detti e proverbi ancestrali, tra cui la credenza che il vino faccia bene al sangue o che un bicchiere di vino rosso al giorno aiuti il cuore.
Secondo la dottoressa Antonella Viola, ricercatrice e docente all’Università di Padova, anche minime quantità di alcol possono essere nocive, tanto da ridurre le dimensioni cerebrali di chi le assume e da amplificare il rischio di cancro e tumori; similmente, anche gli studi della Fondazione Veronesi evidenziano una correlazione tra il consumo giornaliero di vino e la probabilità di contrarre diversi tipi di cancro.
Al contrario, Matteo Bassetti, infettivologo, sostiene che il vino non abbia mai fatto male nessuno, se assunto in dosi moderate, mentre secondo il dottor Franco Berrino consumare due bicchieri di vino al giorno ridurrebbe il rischio di ammalarsi di Alzheimer.
La verità, tuttavia, sembra stare nel mezzo: è dal 1988, infatti, che la scienza ha confermato una correlazione tra alcolici e cancro, sebbene essa sia minima e raramente decisiva; la soluzione sembra essere ancora una volta nella moderazione, che nel caso del vino si traduce in uno o due bicchieri al giorno, privi di un vero effetto negativo.