Il 2024 si sta rivelando un anno estremamente complesso per il settore vitivinicolo valdostano. A causa di condizioni climatiche avverse e di un contesto produttivo sfavorevole, la Valle d’Aosta registra un calo medio del 40% nella produzione di vino. Un dato allarmante che ha avuto ripercussioni non solo sull’economia locale, ma anche sul calendario degli eventi enologici più attesi.
Il calo medio del 40% nella produzione di vino in Valle d’Aosta nel 2024 corrisponde, in termini concreti, a circa 700.000 litri di vino in meno rispetto alla media annuale.
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In un’annata normale, la Valle d’Aosta produce circa 1,7-1,8 milioni di litri di vino.
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Con un calo del 40%, la produzione si attesta intorno a 1 milione-1,1 milioni di litri.
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Perdita stimata: tra 600.000 e 750.000 litri in meno.
Questi numeri, pur piccoli rispetto alle grandi regioni vitivinicole italiane, rappresentano un impatto enorme per un territorio che punta sulla qualità e sulla valorizzazione di vitigni autoctoni.
Tra le prime vittime della crisi produttiva figura Cantine Aperte, la manifestazione simbolo del turismo del vino, che era in programma per il 24 e 25 maggio. L’evento, atteso da appassionati e turisti, è stato annullato. Una decisione difficile ma inevitabile, considerando la scarsità delle scorte e la necessità per i produttori di concentrarsi sul recupero della filiera.
“È stata una batosta fortissima”, affermano alcuni viticoltori della regione. Le gelate primaverili, seguite da un’estate instabile, hanno inciso pesantemente sul raccolto, riducendo non solo la quantità, ma in alcuni casi anche la qualità delle uve. A tutto questo si aggiunge la crescente pressione dei costi di produzione e l’incertezza del mercato.
Nonostante le difficoltà, i produttori valdostani non si arrendono. Molti stanno già lavorando a nuove strategie per il rilancio del comparto, puntando su sostenibilità, qualità e promozione del territorio. Alcune cantine stanno valutando eventi alternativi per accogliere i visitatori nei mesi estivi, anche se in forma ridotta rispetto agli anni precedenti.
Il 2024 sarà ricordato come un anno difficile, ma anche come un’occasione per riflettere su come rendere la viticoltura più resiliente di fronte alle sfide climatiche e ai cambiamenti del settore.