Negli Stati Uniti, il Prosecco sta vivendo un vero e proprio momento d’oro, e a guidare questa ascesa frizzante sono le consumatrici. I dati dell’Osservatorio Uiv, elaborati su rilevazioni Iwsr, dipingono un quadro inequivocabile: il 60% degli acquisti di Prosecco negli USA è appannaggio delle donne. Un dato che sottolinea come il celebre spumante italiano abbia saputo sedurre e conquistare il palato femminile, attestando un tasso di penetrazione del 28% tra le consumatrici, superiore alla media nazionale del 24% e ben distante dal 31% registrato tra gli uomini.
Questa predilezione femminile per le bollicine trivenete si traduce anche in una maggiore familiarità con il prodotto. Ben il 48% delle donne americane dichiara di conoscere il Prosecco, un dato significativamente più alto rispetto al 31% degli uomini. Un’awareness generale verso l’offerta enologica italiana che vede le donne in prima linea, con un tasso di conoscenza del 76% contro il 69% maschile.
Ma il “fenomeno Prosecco” negli Stati Uniti non si esaurisce nella sola variabile di genere. L’analisi dell’Osservatorio Uiv rivela come il successo dello spumante italiano sia strettamente legato anche al potere d’acquisto. Nel 65% dei casi, a stappare una bottiglia di Prosecco made in Italy sono consumatori con un reddito annuo superiore agli 80mila dollari, e una fetta significativa, pari al 27%, dichiara entrate superiori ai 150mila dollari.
“Negli Stati Uniti il Prosecco è percepito come simbolo di eleganza, moderazione e di un certo stile di vita italiano – commenta Carlo Flamini, responsabile dell’Osservatorio Uiv – e non sorprende che sia apprezzato trasversalmente tra le diverse fasce d’età, con un picco tra le over 55. Tuttavia, la vera sfida per il futuro è rappresentata dal mercato multietnico. Ad oggi, il Prosecco è prevalentemente consumato dalla popolazione bianca, che costituisce quasi l’80% del mercato, mentre fatica a penetrare tra le comunità ispaniche, nere e asiatiche. È proprio in queste coorti, la cui rilevanza demografica è in costante crescita, che dobbiamo concentrare i nostri sforzi per attrarre nuovi appassionati, attivando strategie comunicative mirate e promuovendo la versatilità che il nostro spumante ha ampiamente dimostrato”.
Dal punto di vista geografico, la “Prosecco-mania” non conosce confini, abbracciando sia la costa atlantica che quella pacifica. I consumatori del New England, del South e del Middle Atlantic, fino ad arrivare al Pacifico, mostrano una propensione all’acquisto superiore alla media nazionale. Sul fronte dei prezzi, il canale HoReCa vede il 70% dei consumatori americani disposti a spendere oltre 20 dollari al litro per un Prosecco, mentre la situazione si ribalta nel canale off-premise, dove il 61% degli acquisti si concentra su prodotti al di sotto dei 20 dollari al litro.
A livello di volumi, i dati Sipsource analizzati dall’Osservatorio Uiv confermano il Prosecco come il prodotto enologico italiano più venduto negli Stati Uniti, con una quota del 33% sul totale delle vendite di vino made in Italy. Un risultato che consolida la sua posizione come un terzo del mercato complessivo degli sparkling consumati oltreoceano, erodendo progressivamente le quote di mercato degli spumanti americani e francesi.
Infine, l’Osservatorio Uiv sottolinea come il 2024 si sia chiuso con un aumento a valore delle spedizioni di Prosecco verso gli Stati Uniti del 15%, pari a 491 milioni di euro. Un’accelerazione dovuta in parte alla strategia di importatori e distributori di anticipare l’entrata in vigore di potenziali dazi, garantendo così una certa continuità nell’apprezzato rapporto tra il Prosecco e i consumatori americani, in particolare le sue fedeli “ambasciatrici” in rosa.