Pompei continua a stupire, questa volta lo fa attraverso la viticoltura. Il Parco Archeologico ha recentemente annunciato un’importante collaborazione con il Gruppo Tenute Capaldo, rinomata realtà vinicola italiana, per la cura e la gestione dei suoi storici vigneti, nonché per la produzione di un vino che si preannuncia unico nel suo genere.
Si tratta di un’iniziativa che intreccia archeologia, tradizione e innovazione, in un contesto straordinario che riporta in vita le antiche pratiche enologiche della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. I vigneti di Pompei, infatti, sono stati ripiantati a partire dagli anni ’90 sulla base di studi approfonditi condotti dagli archeologi, i quali hanno individuato le tracce delle antiche coltivazioni vinicole. Attraverso analisi dei pollini e delle radici fossilizzate, è stato possibile riscoprire i vitigni che un tempo prosperavano all’ombra del Vesuvio.
La scelta del Gruppo Tenute Capaldo, già noto per la produzione di vini di alta qualità come quelli delle cantine Feudi di San Gregorio, segna un punto di svolta per il progetto vitivinicolo di Pompei. Il partenariato pubblico-privato punta non solo alla produzione di un vino ispirato alle antiche tradizioni, ma anche alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città.
L’obiettivo è quello di unire la ricerca storica con l’innovazione enologica, rispettando le tecniche di coltivazione dell’epoca romana ma con il supporto delle moderne conoscenze agronomiche. La produzione del vino avverrà nel rispetto dell’ambiente e del territorio, con un’attenzione particolare alla sostenibilità.
“Pompei non è solo un sito archeologico, ma un luogo vivo, dove la storia continua a scriversi ogni giorno”, ha dichiarato il direttore del Parco Archeologico, sottolineando l’importanza del progetto. “Con questa collaborazione vogliamo riportare alla luce una tradizione millenaria e offrire al mondo un prodotto che racconti la storia di questa terra straordinaria”.
Il vino prodotto dai vigneti di Pompei diventerà così un simbolo di rinascita e di continuità tra passato e presente. Un sorso che racchiude duemila anni di storia e cultura, pronto a conquistare intenditori e appassionati di tutto il mondo.