Non basterà la Venere di Botticelli in formato Ferragnez voluta dalla ministra Santanchè a salvare l’Italia dai suoi stessi turisti: da viaggiatori inconsapevoli e irrispettosi fino alle grandi folle che intasano piazze, location storiche e spazi all’aperto, il turismo di massa ha cambiato per sempre il ruolo dell’Italia nel settore del travel a discapito di quello del lusso così perorato da questo ministero.
Basta pensare alle immagini di grande città d’arte come Firenze, Roma e, soprattutto, Venezia per comprendere quanto i continui arrivi di viaggiatori da tutto il mondo abbiano cambiato il volto della cultura italiana.
La storia di un paese si riduce così allo sfondo per un selfie, mentre i dati parlano chiaramente di un ritmo turistico insostenibile e nocivo per il benessere dei cittadini: il fenomeno dello spopolamento è la conseguenza più grave del turismo di massa, perché implica un abbandono della maggioranza degli abitanti da una città ormai trasformatasi in un parco giochi per turisti; Portofino e Venezia sono il risultato di questi meccanismi nocivi e tossici.
Da un punto di vista culturale, il turismo di massa causa anche un allontanamento significativo di moltissimi italiani dalle sue istituzioni museali e artistiche.
La Pinacoteca di Brera, grazie a un’iniziativa del suo direttore James Bradburne, ha tentato di correre ai ripari proponendo ai turisti abbonamenti mensili invece di biglietti giornalieri, con lo scopo di creare una nuova consapevolezza nei viaggiatori.
Sempre Bradburne, tuttavia, ha descritto in questo modo il rapporto tra turismo e Italia nel 2021, decretando un fato decadente e oscuro per il settore travel.
“Il turismo di massa è stato un errore che ha creato un’economia fragile, picchi di visite, partecipazione culturale molto banale e superficiale“, ha dichiarato infatti Bradburne ad Apollo Magazine. “Ha trasformato l’Italia da una nazione di designer creativi a una nazione di viticoltori e