Dalle sue origini, il Consorzio Doc Sicilia si impegna nella tutela, nella promozione, nella valorizzazione e nell’informazione del consumatore e cura generale degli interessi che riguardano i vini Sicilia Doc, portando in alto la denominazione con un’attenta programmazione della produzione, grazie a promozioni mirate e potenziamento della visibilità del Made in Italy.
Questa realtà è in costante crescita e, secondo i dati riportati del 2021, sono state prodotte più di 21 milioni di bottiglie di vino Grillo Sicilia Doc di varie aziende regionali dell’isole con le uve dell’annata: il 26% in più rispetto al 2020.
“I risultati complessivi del Grillo nel 2021 sono più che soddisfacenti. Il Grillo si distingue tra le oltre 70 varietà autoctone della nostra regione e si distingue sicuramente tra i vitigni che hanno conosciuto maggiore crescita negli ultimi anni, in virtù di caratteristiche qualitative e di versatilità uniche: per profumi, struttura e vivacità. Sia sui mercati nazionali, che su quelli internazionali, possiamo definirlo un vero e proprio caso di successo” ha spiegato Antonio Rallo, presidente del Consorzio Vini Doc Sicilia.
Il vigneto siciliano con i suoi 98 mila ettari è il più grande in tutta Italia e a livello europeo ha la stessa grandezza di quello tedesco. A livello mondiale, invece, risulta essere il triplo del vigneto della Nuova Zelanda e ancora più esteso di quello del sudafrica.
La Sicilia è anche la prima regione italiana per superfice vitata in biologico, offrendo tra i continenti un’esperienza unica per il palato, grazie ad una eterogeneità territoriale che solo in questa località esiste. Il protagonista ovviamente è il Grillo che, secondo esperti del settore, è un perfetto incrocio tra il Catarratto bianco e il Zibibboo Moscato di Alessandria.
La sua origine ci riporta all’epoca del barone Antonio Mendola, quando a metà dell’800 sperimentò diversi incroci tra gli antenati del Grillo.