Secondo l’Osservatorio dell’Istituto Trento Doc, il 2021 ci ha fatti assistere ad una crescita significativa del settore legato al Trento Doc, lo spumante Metodo Classico che viene prodotto tradizionalmente con uve solo di origine trentine. Un incremento del 40% rispetto al 2020, duramente messo alla prova dall’inizio della pandemia, e del 23% rispetto al 2019, con vendite che hanno toccato i 12 milioni di bottiglie, generando un fatturato che ha sfiorato i 150 milioni di euro.
Il 2021 quindi può essere identificato come l’anno del Trento Doc, le cui vendite sono state trainate del mercato italiano grazie agli ambasciatori regionali che incrementano in modo esponenziale la domanda di anno in anno, mano a mano che l’etichetta si fa conoscere anche in tutto il mondo.
La montagna e i suoi frutti appassionano però anche il meridione seppur con una crescita sostenuta ma comunque importante sui dati finali. Il mercato internazionale, invece, ha un peso del 15% sul fatturato con Europa e Nord America in cui si registra il maggior sviluppo.
«Il 2021 è stato per la produzione Trentodoc un anno di grandi soddisfazioni, infatti, oltre alla prevedibile ripresa nei confronti del 2020, ha confermato ed accelerato l’importante trend di crescita degli ultimi anni – ha spiegato Enrico Zanoni, il presidente dell’Istituto Trento Doc – Si conferma, inoltre, il consumo maggiore di Millesimati e riserve, a riprova della crescente reputazione della nostra produzione e che il rigoroso lavoro dei nostri associati viene riconosciuto e premiato dal mercato».
Dal 1984, l’obiettivo della fondazione è quello di tutelare lo spumante metodo classico trentino, unico nel suo genere, assicurandone l’origine e controllando maniacalmente anche il metodo: infatti, solo una lavorazione secondo metodo classico, una rifermentazione in bottiglia e con contatto lungo con lieviti, può dare origine ad un Trento Doc.