L’allerta siccità è ormai consolidata in tuta Italia ma anche in Europa, tanto che in alcune località la pioggia non si fa vedere da 4 mesi. Una preoccupazione comune che attanaglia anche le grandi aziende produttrici di vino che in vista della vendemmia, rischiano di non poter raccogliere frutti idonei alla produzione di vino.
In questi giorni risuonano le idee e i pensieri di Filippo Mobrici del Consorzio Barbera d’Asti, secondo cui “Se la situazione attuale di carenza di piogge dovesse permanere ancora a lungo, rischieremmo di compromettere una vendemmia che si preannuncia di grande qualità. Ci sono già segnali di sofferenza delle piante e questo non lascia certo tranquilli i nostri produttori. Ma, ovviamente, la situazione anche dal punto di vista meteorologico andrà monitorata costantemente con grande attenzione”.
Un attento e accurato monitoring che il Consorzio e altri 400 viticoltori stanno già attuando con il chiaro obiettivo di proteggere il territorio, che oltretutto è uno dei più grandi in Italia in termini consortili. I tecnici dell’ente hanno già studiato un diagramma sull’andamento climatico, facendo riferimento alle annate precedenti.
“La stagione in corso – commentano gli esperti del Consorzio – è caratterizzata da forte siccità e caldo. In primavera la coltura della vite ha tratto giovamento dalle temperature più elevate rispetto alla norma: infatti la fioritura è stata molto anticipata”. Lo studio tecnico si è concentrato partendo “dalla fase di germogliamento alla fioritura (mediamente 40 giorni), i giorni in cui le temperature hanno superato i limiti sono stati più di 15”, un vero record: “i terreni risultano particolarmente asciutti e la campagna 2022 si preannuncia la più siccitosa di sempre. Sino ad oggi sono caduti in media circa 300 millimetri di acqua, rispetto agli anni precedenti che avevano accumuli tra i 400 e i 500 millimetri”.
In percentuale, manca tra il 50% e il 70% delle piogge che di solito bagnano questi territori. I primi segni di sofferenza si notano sui vigneti esposti a Sud e di alta collina, dove la siccità e la disidratazione sono evidenti.
Anche il Veneto inizia ad allarmarsi: “Alla vigilia dell’estate, il vigneto veneto si presenta complessivamente in salute, ma la prolungata siccità sta creando forti preoccupazioni, non solo per i vigneti non irrigati. Come per le altre colture, anche per le viti l’assenza di adeguate precipitazioni (a maggio -46% della media; aprile -33%; marzo -81%; febbraio -52%; gennaio -53%) rischia di diventare un serio problema, come lo sono le alte temperature diurne e notturne che ormai si registrano da settimane. Un altro fattore che i viticoltori devono tenere ben monitorato è quello della flavescenza dorata, contro la quale la Regione Veneto si è attrezzata attivando le strutture preposte ai controlli che periodicamente predispongono i bollettini informativi e assicurano i recapiti fitosanitari, nonché istituendo un tavolo tecnico-scientifico per individuare le azioni più efficaci di contrasto alla sua diffusione”. Ecco ciò che è emerso dal Trittico Vitivinicolo Veneto 2022.