Un annuncio forse inaspettato ma sicuramente meritato. Durante la 54° edizione del Vinitaly a Veronfiere, Luca Zaia ha aperto il viaggio della candidatura a Patrimonio Immateriale Unesco della tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella.
Un’opportunità fondamentale per lo sviluppo della Denominazione e del territorio, in termini di economia locale e valorizzazione della tradizione, nonché per l’inconfondibile tecnica di lavorazione. Una vera e propria sfida per il settore che, dopo tanti anni, potrebbe essere la prima tecnica di vinificazione riconosciuta come annunciato dal presidente della Regione durante la presentazione della candidatura de “La tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella”, che prende piede da Vinitaly 2022.
L’unicità, il gusto, la tradizione e la passione conservata dalle tradizionali tecniche di appassimento e data dalla selezione delle migliori uve rigorosamente vendemmiate a mano dalle donne venete e messe al riposo sulle tradizionali “Arele”, dei graticci di canna di palude utilizzati nell’antichità per l’allevamento di bachi da seta, o nei moderni “fruttai”.
Un lungo periodo di tre mesi durante il quale le uve perdono dal 30% al 50% del loro peso ma creando un’intensa concentrazione di aromi ed elementi che da sempre distinguono i rossi del Veneto.
“Con il professor Petrillo ho condiviso gran parte della mia storia da Ministro – ha spiegato Zaia – lo definisco “un enfant prodige” dei provvedimenti in agricoltura che mi ha fatto innamorare della partita Unesco – ha aggiunto il Governatore – dal dossier sul Prosecco, passando a quello del Passito di Pantelleria e della pizza. Tra un anno conto di tornare al “Vinitaly” per celebrare il decimo sito Unesco del Veneto. Lo dissi già al “Vinitaly 2019” che avevamo un’altra grande sorpresa, la candidatura del metodo di appassimento: una tradizione millenaria che è identità, è il saper fare, è il bagaglio culturale di una comunità – ha chiuso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – per Verona intendiamo candidare anche la Pesciara di Bolca, con il suo inestimabile patrimonio di fossili marini. Tante opportunità che vanno colte e che dimostrano la capacità del Veneto di guardare al futuro”.