La denominazione d’origine sta avendo una vita abbastanza travagliata in certi paesi nel mondo, tra cui la Croazia che punta al riconoscimento del termine tradizionale Prosek, oppure la Slovenia che minaccia l’Italia di accaparrarsi il termine Aceto Balsamico.
Tra questi c’è la Russia che dal 1° gennaio 2022, in seguito al termine della moratoria siglata ad ottobre tra Mosca e Parigi, il Paese ha scelto di riservare il termine Champagne (in cirillico, “Shampanskoe”) ai soli vini effervescenti prodotti nel territorio nazionale. Tutte le altre bottiglie, comprese le note bollicine francesi, sono costrette a sentir chiamare i propri vini “spumanti”.
I produttori francesi non sono di certo contenti di questa decisione da parte del governo Putin, ma allo stesso tempo allontanano ogni scintilla che possa portare ad uno sconto diretto in un mercato da cui comunque trae beneficio. La Francia si limita quindi ad assecondare le normative imposte dalla Russia per quanto riguarda l’etichettatura.
Non è quest’ultima ad alimentare lo scontro tra i due Paesi, quanto la denominazione e la sua difesa. Lo Champagne russo è ottenuto infatti attraverso una fermentazione di tre settimane, in distillerie nazionali che non hanno legami specifici con regioni vinicole.
«Nonostante gli intensi colloqui – ha confermato il ministro francese al Commercio estero, Franck Riester – non siamo riusciti a raggiungere un’intesa definitiva. La moratoria è servita in ogni caso a garantire la vendita dei prodotti francesi già presenti o pronti per essere destinati al mercato russo». Senza un nuovo accordo sulle bottiglie in entrata a Mosca, queste dovranno essere ri-etichettate. Il negoziato non si conclude con la moratoria, continuerà anche nei prossimi mesi. Per il ministro francese, infatti, con il sostegno della Commissione europea, «è possibile raggiungere un accordo con Mosca sul riconoscimento e sulla tutela delle denominazioni d’origine della Ue».
Per ora il dibattito non sembra toccare particolarmente i consumatori russi che ogni anno alimentano l’importazione di circa 1,7 milioni di bottiglie.