Breakfast in America cantavano i Supertramp. Noi, invece, abbbiamo consumato l’ultimo champagne millesimato della Maison di Reims, accompagnato da una prima colazione (rigorosamente d’asporto) preparata dal cuoco Eugenio Boer. E con in collegamento da Ruinart lo chef de cave Frédéric Panaïotis.
Dom Ruinart 2009 rappresenta egregiamente la 50esima annata della cuvée Blanc de Blancs ottenuta da uve Chardonnay provenienti da Grand Crus, per la gran parte della Côte des Blancs e per il restante del lato settentrionale della Montaigne de Reims. Madre Natura stessa ha celebrato l’anniversario del Millesimato con una annata oltremodo favorevole. Precipitazioni ridotte del 40%, un’estate asciutta, ma non eccessivamente calda. Ci sono state, insomma, tutte le premesse per ottenere un grande champagne. La sboccatura del Dom Ruinart 2009 è quindi avvenuta nel marzo del 2018, a cui è seguito un ulteriore affinamento di almeno tre anni. Questo in pratica ha consentito, tra l’altro, di potere oggi stappare un vino già pronto, anche se la sua evoluzione nel tempo proseguirà, regalandoci, certamente, una bottiglia ancora più pregiata.
L’iconico Blanc de Blancs, tuttavia, in 50 anni è stato prodotto dalla maison solamente 26 volte e un po’ a sorpresa salterà anche l’annata 2008, che è stata meravigliosa per il Pinot nero, ma non altrettanto per lo Chardonnay, spiega Frédéric Panaïotis. Mentre, lo chef de cave in collegamento da Reims ci anticipa che tra dieci e più anni potremo gustare i Dom Ruinart delle ultime tre vendemmie, che sono state davvero notevoli, ma mantiene il riserbo sull’annata 2010.
Il vintage 2009 è comunque una formidabile interpretazione del teroir e dello Chardonnay, amplificata proprio dalla scelta di rilasciarlo dopo lungo tempo dal dégorgement (sboccatura). Lo champagne ha una struttura quindi molto complessa e marcata, la bollicina c’è, ma è meno invasiva del comune. Il vino è apprezzabile a quasi tutte le ore del giorno. E si accompagna magnificamente a tutto pasto. È fresco, gustoso, croccante, setoso e cremoso. Con una prevalenza, secondo noi, di suadenti note autunnali, dalla noce alla mandorla fresca, presenta una equilibrata sapidità e un finale lungo e persistente.
Dom Ruinart Champagne Breakfast by Eugenio Boer
– Torta di rose al culatello di Zibello
– Macaron al Parmigiano Reggiano
– Chips di carote di Polignano a Mare con maionese di caviale, caffè e 7 pepi
– Focaccia ripiena di mortadella al tartufo nero
– Veneziana classica e marmellata di melograno, lamponi, rose e pepe di Suchuan.
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