Quasi in parallelo alla vendemmia italiana anche i produttori vitivinicoli francesi hanno dato il via alla raccolta dell’uva in quasi tutte le regioni del paese, con buon anticipo rispetto le annate precedenti.
Prima fra tutte è la vendemmia dello Champagne, di cui Vitalie Taittinger, ceo dell’omonima cantina, fa un buon resoconto: “Le uve cambiano giorno dopo giorno, e tra domani e dopodomani, nelle zone in cui sono più avanti, come Aube, inizieremo la raccolta. Nella Marna, invece, ci vorrà ancora qualche giorno, con differenze notevoli tra le diverse varietà: gli Chardonnay della Côte des Blancs dovrebbero essere pronti intorno al 22 agosto, e dopo ci concentreremo sui Pinot Nero delle montagne di Reims. È un’annata calda e secca, come quelle che abbiamo vissuto di recente, nel 2018 e nel 2019, ma le condizioni sono state buone, sin qui, senza incidenti, non dobbiamo fare altro – sottolinea Vitalie Taittinger – che aspettare la maturità aromatica e raccogliere le uve al momento giusto”. In casa Giraud è lo stesso Chef de Cave Sébastien Le Golvet a fare il punto: “Mentre le uve continuano a maturare, abbiamo osservato una bella acidità, sulle note di mela verde. C’è stata anche una leggera bruciatura degli acini, ma non dovremmo preoccuparci troppo. Sembra che stia prendendo forma un’annata straordinaria, in linea con il 2019”. Scendendo in Borgogna, terra d’origine del Pinot Nero, raggiungiamo la Maison Joseph Drouhin, il cui AD Frédéric Drouhin ha cercato di esprimere qualche previsione a medio termine considerando l’evolversi del processo di maturazione dell’uva: “La vendemmia dei bianchi inizierà tra un paio di giorni, ci affidiamo soprattutto all’aspetto delle uve, ma anche alle analisi chimiche ovviamente. Stiamo assistendo ad un rapido appassimento delle uve, specie di Pinot Nero, con il peso dei grappoli che diminuisce e il tenore zuccherino che aumenta, mentre l’acidità è costante. Se dovessimo fare un paragone, ci sono alcune somiglianze con l’annata 2003 e con la 2015”. Della stessa visione è anche Eric Germain, responsabile del Domaine Vincent Girardin, sempre sito in Borgogna: “Sarà una vendemmia molto anticipata, proprio come la 2003, ma a suo modo unica. Per quanto riguarda la qualità siamo ottimisti, perché gli acini mostrano un ottimo equilibrio di acidità e ed una gradazione alcolica piuttosto elevata. In termini di struttura fenolica e aromatica, le prime parcelle stanno mostrando un’eccellente estraibilità e un importante profilo aromatico. Si può dire con certezza che quest’anno è speciale e unico, ed il raccolto sarà sicuramente “alsaziano”, il che significa momenti di raccolta e poi una sosta per dare tempo alla maturazione delle parcelle affette da stress idrico”. Raggiungendo il sud ovest francese, precisamente in Aquitania, ci accorgiamo che la vendemmia delle uve di Crémant è già iniziata da una settimana. “Ci aspettavamo questa precocità, l’abbiamo vista per tutto il ciclo vegetativo, dalla fine dell’inverno. Per il vino è comunque una garanzia di qualità. Le annate precoci sono piuttosto buone in genere, ma bisogna aspettare la vendemmia e la vinificazione per essere sicuri”, ha chiarito Bernard Farges, presidente del Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux. Spostandoci in Rodano la situazione appare più complessa, come ha spiegato Nicolas Haboulet della Maison & Domaine Les Alexandrins: “Dopo qualche difficoltà, come la pressione di muffe e oidio, sembra che adesso l’annata 2020 stia prendendo forma senza ulteriori problemi, se non la siccità, che accomuna tutti i nostri vigneti, che trovano comunque refrigerio da notti non così calde. I livelli di acidità delle uve a bacca bianca sono relativamente bassi, per cui appena i livelli degli zuccheri saranno quelli desiderati, inizieremo a raccogliere, presumibilmente dal 24 agosto. Per i rossi, invece, ci vorrà pazienza, e ogni parcella andrà monitorata a sé e, al momento giusto, raccolta a sé, ma è un’annata di cui sono convinto che parleremo con affetto per molti anni”. L’ottimismo non manca in Alsazia dove il produttore Jean Frédéric Hugel, 13esima generazione della Famgilia Hugel, parla di una Regione “baciata dalla fortuna: l’Alsazia è stata per una volta risparmiata dall’ondata di caldo che ha colpito tutto il resto della Francia. Le notti sono rimaste fresche e finora l’invaiatura è andata bene, mentre il clima eccessivamente secco è stato un toccasana per nostre le viti, che se la sono cavata benissimo con le malattie. Salvo episodi climatici imprevisti, l’annata si preannuncia sana e generosa, persino oltre le attese, tanto che per la prima volta negli ultimi 20 anni abbiamo fatto la vendemmia verde, sacrificando buona parte delle nostre uve nei terroir più prestigiosi. Per la raccolta, decisamente anticipata, dovremo aspettare i primi giorni di settembre, per cui è impossibile dare un giudizio definitivo sull’annata, le prossime settimane saranno fondamentali. Speriamo che la natura, dopo un anno così difficile e duro, sia clemente”. Infine anche in Provenza i produttori locali sono positivi sui frutti che porterà la vendemmia, la testimonianza di Victoire Le Dorze, poprietario dello Château Bonisson, appare in tal senso emblematica: “dopo un anno decisamente secco ed una certa pressione sulla salute delle piante, la vendemmia sembra promettere bene. La raccolta inizierà a fine agosto, con le uve bianche, ma la vendemmia sarà scaglionata fino a settembre per raccogliere le uve bianche e nere alla loro ottimale maturazione”.
In linea di massima, alla luce di queste dichiarazioni, si prospetta evidentemente per i nostri vicini d’oltralpe un’annata ricca di soddisfazioni, fatto salvo che l’emergenza coronavirus non impedisca di nuovo alle vendite di decollare.