Un progetto innovativo e veramente rivoluzionario è stato ufficializzato a Roma il 5 luglio: la Fondazione italiana sommelier ha consegnato all’Agenzia spaziale italiana (Asi) delle barbatelle di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico per dare il via ad una sperimentazione nella stazione spaziale internazionale.
Le etichette provenienti dal Nord, dal Centro e dal Sud Italia sono state affidate con una maestosa cerimonia presso il Rome Cavalieri durante anche il Forum della cultura del vino che nella sua quindicesima edizione è stato rinominato “Spazio infinito, eternità del vino” con dedica al giornalista, conduttore televisivo e politico italiano David Sassoli.
Le tempistiche per l’avvio della fase sperimentale non sono state dichiarate ma il presidente dell’agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia ha spiegato come “Il progetto di sperimentazione sul vino rientra nel filone della nutrizione degli astronauti, per la produzione di cibo e per l’ottenimento di risultati scientifici utili. Sarebbe bello bere una calice di vino nello spazio, prodotto in orbita”.
L’obiettivo è quello di valutare il potere di invecchiamento dei vini nello spazio, indagando sulle diverse variabili di conservazione delle nuove annate rispetto a quelle più mature, in base alla fermentazione in orbita o sulla terra.