“Un algoritmo non può conoscere la storia della Finocchiona e, soprattutto, il suo sapore inconfondibile” così, il Consorzio della Finocchiona Igp ha commentato la decisione di Meta di bloccare una campagna pubblicitaria di un’enoteca barese che pubblicizzava un panino alla Finocchiona. Un’iniziativa che, stando ai parametri della community di Meta, impresa cui fanno capo Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger, “sembra insultare o prendere di mira gruppi specifici di categorie protette e pertanto non rispetta i nostri standard della community”.
Un evidente malinteso, non il primo di questo tipo, che il Consorzio toscano ha accolto con un sorriso, evidenziando come questo errore dell’AI di Meta offra l’opportunità di comunicare a un pubblico più ampio la storia e le peculiarità del celebre salume. “La Finocchiona Igp – segnala il Consorzio di tutela – è un’eccellenza toscana dalla lunga tradizione, che ha origine dall’ingegno e dalla conoscenza del territorio da parte dei contadini del medioevo, quando il pepe, spezia rara e costosa, venne sostituito con un altro ingrediente, naturalmente offerto dalle verdi colline del territorio: i fiori e i semi di finocchio, elemento che conferiscono alla Finocchiona quel profumo inconfondibile che conquista tutti”.
“Per cui, caro Mark Zuckerberg, ti aspettiamo in Toscana per condividere un piatto di Finocchiona IGP: il nostro unico e caratteristico salume!” la chiosa finale del Consorzio.