Continua la crescita e l’appeal del Parmigiano Reggiano a livello internazionale. I dati positivi interessano sia le vendite che i prezzi: il giro d’affari al consumo ha sfiorato il record storico di 2,7 miliardi di euro superando i 2,35 miliardi del 2020, ma al massimo è arrivato anche il valore generato alla produzione con 1,71 miliardi di euro più alto degli 1,52 miliardi del 2020.
Registrata anche una crescita del valore totale della produzione pari al 22,5% (57,015 milioni di euro contro i 46,54 milioni dell’anno precedente), affiancata dall’utile dell’esercizio 2021 che si è attestato a 76.252 euro.
Con l’obiettivo di investire ancor più in comunicazione «Stiamo parlando di volumi che orientano il Consorzio – ha dichiarato il presidente Nicola Bertinelli durante l’assemblea che si è svolta in presenza per la seconda volta consecutiva dopo la pandemia, nel rispetto delle norme anti-contagio – a puntare sempre di più verso l’estero: mercati di grandi opportunità di sviluppo per una produzione in continua, ma programmata, espansione. Negli ultimi quattro anni, la produzione è aumentata da 3,7 a 4,09 milioni di forme, registrando una crescita pari al 10,6%».
L’Assemblea ha inoltre affrontato il tema delle norme che regolano la produzione di formaggi similari o comparabili al Parmigiano Reggiano, approvando la proposta di rendere valido il divieto di produrre, nei caseifici della filiera, altri formaggi che possano creare confusione ed essere erroneamente associati al DOP.
La crescita record non è stata neanche fermata dal terremoto del 2012 in Emilia-Romagna che ha distrutto 37 caseifici con la caduta di 600 mila forme di Parmigiano Reggiano. La macchina produttiva infatti non si è fermata e nessuno dei caseifici presenti sul territorio è stato costretto a chiudere le sue porte.