Vietato usare le icone della cultura italiana per pubblicità o profitto economico, soprattutto se senza l’autorizzazione degli enti che la tutelano.
Questa la sentenza del Tribunale di Firenze, che sancisce così un momento importante per la storia del nostro paese e per quella dell’enorme patrimonio artistico che costella i nostri musei: da oggi in poi, infatti, esiste il diritto all’immagine dei beni culturali, tutela che intende proteggere qualunque opera d’arte da un uso indiscriminato per fini pubblicitari.
Dietro a questa vittoria, c’è l’immagine del David di Michelangelo, una delle icone dell’arte rinascimentale italiana, utilizzata da una casa editrice al fianco della fotografia di un modello e sconfitta dall’Accademia delle Belle Arti di Firenze a processo; secondo il tribunale, infatti, questo gesto avrebbe “svilito, offuscato, mortificato e umiliando l’alto valore simbolico e identitario dell’opera d’arte“, come riporta Adnkronos.
Un caso che sta già agitando l’opinione pubblica e che, soprattutto, ha danneggiato ancora di più la posizione (già precaria) della campagna Open to Meraviglia, celebre fallimento del Ministero del Turismo e della Presidenza del Consiglio: qui, infatti, non è il David a essere svilito e mortificato, ma lo è la Venere di Sandro Botticelli, malamente inserita su sfondi di città italiane per qualche post di Instagram.
Se la casa editrice in questione ha dovuto pagare una multa da 50mila euro per quella copertina infelice, resta da vedere cosa faranno gli Uffizi in merito all’immagine della Venere, ora associata a mancanza di professionalità e superficialità.