Chianti Rufina punta all’alta gamma con una storia di produzione vinicola di 800 ettari di vigneti e 3 milioni di bottiglie a nordest di Firenze: lo fa con un nuovo marchio collettivo volontario Terraelectae con l’obiettivo di qualificare i vini della categoria Riserva “ambasciatori del Sangiovese, facendoli produrre da una singola vigna dell’azienda, ovvero quella che interpreta meglio il vitigno-principe dei vini rossi della Toscana.
Terraelectae si propone come la punta di diamante della Docg e il prossimo anno, con l’aggiungersi alla produzione di altre quattro aziende, le bottiglie prodotte toccheranno la soglia di 50-55mila. <<Terraelectae si pone al di sopra del concetto di Riserva – dichiara il presidente del consorzio Chianti Rufina, Cesare Coda Nunziante, che ha lanciato il marchio al Museo della Scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, con una degustazione guidata dal master of wine Gabriele Gorelli – e vuol trasmettere al consumatore il messaggio di un territorio unico, che negli ultimi vent’anni ha beneficiato del cambiamento climatico che qui ha reso più facile la vinificazione.>>
Il desiderio del Chianti Rufina è quella di concentrare tutte le forze su una singola vigna senza attendere la tipologia Gran Selezione che, nonostante sia legata ai vigneti dell’azienda, può nascere da una selezione effettuata in cantina, con uve derivanti da altri vigneti.
«Il posizionamento è fondamentale – commenta Coda Nunziante – e per far meglio comprendere il nostro progetto presenteremo ogni anno le nuove vendemmie Terraelectae tutti insieme, in un evento comune». Anche per questo i nuovi vini varranno più degli altri: 20 euro franco cantina come media, per 40-50 euro se consumato al ristorante. Un valore quindi più alto del 40-50% rispetto al Chianti Rufina Riserva.