I grandi vini da collezione sono sempre di più un vero e proprio asset di investimento alternativo. Secondo “Knight Frank Luxury Investment Index”, il rendimento del vino da collezione ha visto una crescita del +137%.
E di spazio, quest’ultimo, ne ha ancora molto, perché tra i beni posseduti dai grandi collezionisti, arriva a malapena all’1% del totale, in un “paniere” composto dal 21% di dipinti e pitture, 17% di fotografie, 16,4% di sculture, 16% disegni ed opere su carta, e il restante suddiviso tra, libri, oggetti di design e gioielli.
Un’altra analisi, questa volta di Intesa Sanpaolo Private Banking svolta in collaborazione con la fiera “Artissima” (e pubblicata da Edizioni Gallerie d’Italia – Skira), rivela che i collezionisti dimorano in netta prevalenza nelle regioni settentrionali: più del 50% tra Lombardia e Piemonte.
Inoltre, emerge che oltre il 70% del campione è formato da collezionisti “professionisti”, caratterizzati da esperienza longeva, comportamenti d’acquisto non occasionali e raccolte eclettiche. Un target importante, per una ristretta nicchia di etichette di vino di tutto il mondo. Che, come raccontano i numeri, partendo dall’1% che rappresentano nelle collezioni di oggi, possono crescere ancora tanto.