Un Rosso Conero prodotto nel carcere di Montacuto racconta una storia di riscatto e agricoltura sociale, una storia di dignità ritrovata, di lavoro e formazione. È questa l’anima di Renovo, il vino presentato oggi al 57° Vinitaly di Verona dalla Regione Marche. Ottenuto da uve Montepulciano coltivate su un ettaro di terreno all’interno dell’Istituto penitenziario di Montacuto (Ancona), Renovo è il frutto di un progetto di agricoltura sociale volto al reinserimento dei detenuti. Otto le bottiglie simbolicamente prodotte per questa prima uscita, a testimonianza di un percorso sperimentale che unisce qualità enologica e impegno sociale.
Alla presentazione hanno preso parte l’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini, il presidente di Amap (Agenzia per l’innovazione nel settore agroalimentare e della pesca) Marco Rotoni, e il provveditore dell’amministrazione penitenziaria per l’Emilia-Romagna e le Marche, Silvio Di Gregorio.
“Presentiamo queste prime otto bottiglie in un contesto internazionale come Vinitaly, con l’orgoglio di proporre un progetto che unisce l’eccellenza del nostro territorio a una forte valenza sociale”, ha affermato Antonini. “‘Renovo’ è un vino che parla di seconde possibilità, destinato a un segmento dell’agricoltura sociale dedicato a persone con fragilità, che qui trovano una strada concreta verso il riscatto personale e professionale.”
Il vino, un Rosso Conero strutturato e intenso, si distingue non solo per la qualità delle sue uve ma anche per l’etichetta d’autore. A firmarla è Alice Mazzocchi, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, vincitrice di un concorso dedicato. Lo stile dell’etichetta, ispirato al futurismo deperiano, riflette il dinamismo e la spinta verso il cambiamento che caratterizzano il progetto.
Il lavoro in vigna è stato possibile grazie alla collaborazione tra il Ministero della Giustizia, l’amministrazione penitenziaria di Marche ed Emilia-Romagna, la Regione Marche, Amap, Coldiretti Ancona e un gruppo di volontari impegnati da anni nel sociale. Un’iniziativa che si inserisce all’interno della Fattoria Barcaglione, progetto sostenuto dalla Regione e volto alla creazione di micro-imprese in ambito penitenziario.
Manuela Ceresani, direttrice degli istituti penitenziari di Ancona, ha sottolineato: “La Fattoria Barcaglione è nata con l’obiettivo di superare l’approccio assistenzialista. Qui si lavora per dare strumenti reali ai detenuti, affinché possano costruirsi un futuro concreto una volta scontata la pena.”
Le Marche, del resto, sono state la prima regione italiana a normare l’agricoltura sociale come parte integrante della multifunzionalità agricola, già nel 2011. Con Renovo, questa visione si concretizza in una bottiglia che è molto più di un prodotto: è il simbolo di un cammino, di un’opportunità, di una nuova vendemmia della vita.