I nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti al vino europeo potrebbero generare uno shock senza precedenti per il settore vitivinicolo italiano. È quanto emerge dal rapporto ENPAIA-CENSIS, che lancia un campanello d’allarme: ben 54 milioni di bottiglie di vino italiano destinate al mercato statunitense rischiano di dover essere ricollocate altrove, con tutte le difficoltà e le incertezze del caso.
Il documento da noi analizzato evidenzia come gli USA rappresentino uno dei principali mercati di sbocco per il vino italiano, sia in termini di volume che di valore. Nel 2023, le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno rappresentato circa il 23% del totale, con una predilezione marcata per i vini rossi e le bollicine. Con l’introduzione di dazi fino al 100%, molte cantine italiane potrebbero trovarsi improvvisamente fuori mercato, incapaci di reggere la concorrenza di produttori locali o di altri Paesi esclusi dalle restrizioni.
Le conseguenze a catena: occupazione, prezzi, mercati
Oltre al problema immediato dello stoccaggio e della redistribuzione delle bottiglie invendute, lo studio ENPAIA-CENSIS sottolinea effetti collaterali gravi su più livelli:
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Occupazione a rischio, soprattutto nelle aree a forte vocazione vitivinicola.
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Sovraccarico del mercato interno ed europeo, con inevitabile calo dei prezzi.
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Sofferenza per le piccole e medie aziende, meno attrezzate per affrontare una riconversione logistica o commerciale.
“Il settore vitivinicolo italiano è una colonna portante dell’agroalimentare nazionale. Colpire questo comparto significa minare una delle eccellenze del Made in Italy” – ha dichiarato il presidente di ENPAIA, Giorgio Piazza, durante la presentazione dello studio.
Strategie possibili: nuovi mercati e innovazione
Lo studio propone anche alcune possibili vie d’uscita. Tra queste, la diversificazione dei mercati esteri, puntando su Paesi emergenti come Cina, Corea del Sud, Vietnam e Canada, oltre a un rafforzamento delle vendite digitali e del canale e-commerce.
Fondamentale anche il supporto delle istituzioni, chiamate a garantire strumenti finanziari di emergenza, campagne di promozione internazionale e agevolazioni per l’ammodernamento delle filiere.
Un momento cruciale per il vino italiano
Con 620 mila ettari coltivati a vite, oltre 1.300 vitigni autoctoni e un patrimonio culturale unico al mondo, l’Italia del vino si trova oggi a un bivio. Le decisioni che saranno prese nei prossimi mesi – sia a livello nazionale che europeo – potrebbero determinare non solo il futuro delle esportazioni, ma anche l’identità stessa di uno dei simboli più forti del nostro Paese.