Nel settore enologico calabrese arriva una grande svolta. La regione che finora aveva avuto solo vini Doc, è pronta a celebrare con grande gioia la nascita del suo primo Docg. Si tratta del Cirò Rosso Riserva che, con la pubblicazione del nuovo Disciplinare nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, diventerà Cirò Classico Docg. Un lungo iter burocratico iniziato nel 2019 che, in assenza di opposizioni entro 90 giorni, si concluderà definitivamente quest’anno attraverso la ratifica ufficiale da parte della Commissione europea. L’importante rinascita della più antica Denominazione vitivinicola calabrese, oltre a riconoscerne la qualità, ne rappresenta la valorizzazione territoriale, culturale e storica dei comuni di produzione Cirò e Cirò Marina, in provincia di Crotone. In questa zona, tra le colline litoranee e le prime pendici della Sila, il vitigno autoctono Gaglioppo esprime al massimo il suo potenziale. Grazie alla terra ricca di minerali ed un microclima unico, il Gaglioppo beneficia di un equilibro sensoriale che trasmette poi al suo vino, il Cirò Classico Docg. Dal colore rosso rubino con riflessi granati, la caratteristica distintiva della Denominazione si riscontra nell’intenso e complesso profilo olfattivo, in cui spiccano note speziate e di frutti rossi. Corposo e persistente al palato, il Cirò Classico Docg si esprime ancor meglio attraverso l’invecchiamento che lo rende morbido e vellutato. Inoltre, sono presenti delle importanti novità sul processo di invecchiamento. Con il passaggio a Docg sarà obbligatorio un anno di invecchiamento in più, e almeno 6 mesi in botte di legno. Un ulteriore cambiamento riguarderà la produzione sia nella percentuale minima di uve di Gaglioppo (che verrà aumentata al 90% ed il restante 10% dovrà essere composto da altri due vitigni autoctoni calabresi) sia in termini di resa, la quale verrà conseguentemente ridotta. Grazie alla sua evoluzione ed un enorme salto di qualità conquistato nel tempo, il Cirò Classico Docg concretizza il riconoscimento della propria identità vitivinicola strettamente legata alla valorizzazione del territorio, dei vitigni autoctoni e di un lavoro frutto della passione di oltre 300 viticoltori e 71 cantine.
