L’annuncio dei dazi americani al 20% su tutte le produzioni europee, vini compresi, ha scatenato un’ondata di preoccupazione nel settore vitivinicolo italiano. Tra i più colpiti vi è il Brunello di Montalcino, una delle eccellenze del Made in Italy, che vede negli Stati Uniti il suo principale mercato di riferimento. Secondo i dati del Consorzio del Brunello di Montalcino, oltre il 30% delle esportazioni della denominazione è destinato agli Usa, una quota che ora rischia di subire un drastico ridimensionamento.
Il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, ha espresso grande preoccupazione per l’impatto di queste misure: “Queste tariffe di fatto riguardano tutte le principali economie del mondo che alimentano una guerra commerciale dove ne usciremo tutti sconfitti e più poveri. Per questo il danno rischia di oltrepassare i confini statunitensi”. Il timore è che l’aumento dei prezzi al dettaglio scoraggi i consumatori americani, con ripercussioni sull’intero comparto.
Le ripercussioni potrebbero non limitarsi alle vendite dirette del vino, ma coinvolgere anche settori collaterali come l’enoturismo, da anni in forte crescita a Montalcino e in tutta la Toscana. La possibilità di un calo delle esportazioni e di una minore competitività rispetto ad altri produttori, non colpiti dai dazi, rappresenta un rischio concreto per le aziende del territorio.
“Queste misure avranno un effetto ad ampio spettro – prosegue Bindocci – dove non solo il vino rischia di diventare un bene voluttuario sempre più inaccessibile per i consumatori, ma allo stesso tempo andranno a colpire settori cruciali anche per la nostra economia locale come l’enoturismo. Ci appelliamo alle istituzioni e alle diplomazie europee affinché riescano a trovare un accordo con gli Usa per scongiurare una penalizzazione che colpirebbe in maniera inesorabile tutte le imprese”.
Il settore vitivinicolo italiano chiede quindi un intervento deciso da parte del governo e delle istituzioni europee per aprire un dialogo con Washington e scongiurare un danno che potrebbe mettere in difficoltà un comparto strategico del Made in Italy. La speranza è che la diplomazia possa trovare un’intesa prima che i dazi entrino ufficialmente in vigore e impattino sulle vendite del Brunello di Montalcino e degli altri vini italiani di eccellenza.