Nel vasto panorama della viticoltura mondiale, esistono alcune realtà che meritano un’attenzione speciale per il loro valore storico, culturale e ambientale. Tra queste, i vigneti a piede franco rappresentano autentici patriarchi della viticoltura moderna. Questi rari esemplari sono sopravvissuti indenni all’attacco della fillossera, il temibile afide americano che, a partire dalla metà dell’Ottocento, devastò la quasi totalità dei vigneti europei. La loro resistenza si deve a condizioni pedoclimatiche particolari: terreni sabbiosi, vulcanici o argillosi, altitudini elevate e zone isolate, tutti fattori che hanno impedito la proliferazione del parassita.
L’importanza di questi vigneti non è solo botanica, ma anche culturale e identitaria. Essi incarnano la memoria storica della viticoltura e garantiscono la conservazione di un patrimonio genetico unico. Questo concetto è al centro del libro L’importanza di essere franco di Gianpaolo Girardi e Marta De Toni, un’opera di 370 pagine che celebra questi straordinari testimoni del passato. Il volume, edito da Nuove Arti Grafiche di Trento e impreziosito da illustrazioni e una copertina disegnata da Giovanna Girardi.
A supportare la ricerca degli autori vi sono contributi di esperti di primo piano: Mario Fregoni, professore titolare della Cattedra di Viticoltura all’Università di Piacenza, Diego Tomasi, ricercatore presso il Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano, e il giornalista Domenico Liggeri, che ha curato una sezione del libro intitolata Ritratti Divini. In questa parte dell’opera, vengono raccontate le storie di quindici vignaioli che si dedicano alla salvaguardia di vigneti secolari, preservando varietà autoctone e metodi di coltivazione ancestrali.
Il libro trae ispirazione dal Progetto Vini Franchi, iniziativa avviata nel 1999 da Proposta Vini, azienda fondata da Gianpaolo Girardi. Questo progetto mira a censire, valorizzare e promuovere i pochi vigneti a piede franco ancora esistenti, situati in luoghi impervi e spesso estremi, come terreni periodicamente sommersi dall’acqua o coperti da neve per lunghi mesi. L’obiettivo è quello di dare visibilità a piccole produzioni eroiche e artigianali, custodite con passione da vignaioli che operano con rispetto per la biodiversità e la sostenibilità.
Dal punto di vista enologico, i vini ottenuti da uve franche di piede presentano caratteristiche organolettiche particolarmente intense e autentiche. Rispetto ai vini prodotti da viti innestate, questi risultano più definiti, con aromi più puri e persistenti. Il libro esplora questa unicità attraverso un viaggio che tocca diverse regioni italiane: dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, dal Trentino alla Sicilia, passando per Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Campania.
In un mondo in cui la standardizzazione e l’omologazione del gusto rischiano di far scomparire le peculiarità del territorio, i vigneti a piede franco rappresentano una preziosa testimonianza di resistenza e autenticità. La loro tutela non è solo una questione di enologia, ma anche di cultura e memoria collettiva.