Negli ultimi anni, il mercato dei vini dealcolati ha conosciuto una crescita significativa, rispondendo alla domanda di consumatori alla ricerca di alternative senza alcol che conservino le caratteristiche organolettiche del vino tradizionale. Ma come nasce un vino dealcolato? Quali sono le tecniche utilizzate per rimuovere l’alcol senza alterare il sapore?
Il processo inizia come per qualsiasi altro vino: si selezionano le uve migliori e si procede con la vinificazione tradizionale, che comprende la fermentazione alcolica. In questa fase, i lieviti trasformano gli zuccheri presenti nell’uva in alcol e anidride carbonica. Solo dopo questa fermentazione il vino è pronto per il processo di dealcolazione.
Per rimuovere l’alcol mantenendo il più possibile gli aromi e i sapori originali, si utilizzano diverse tecnologie:
- Distillazione sotto vuoto: Consente di eliminare l’alcol a basse temperature (circa 30°C) per evitare di alterare gli aromi del vino.
- Osmosi inversa: Una tecnica che separa l’alcol dagli altri componenti del vino attraverso membrane selettive.
- Evaporazione rotativa: Un metodo che sfrutta la rotazione e il riscaldamento controllato per eliminare l’alcol in modo graduale.
Dopo la rimozione dell’alcol, il vino viene sottoposto a un processo di affinamento per riequilibrare il profilo aromatico e migliorare la struttura. Infine, si procede all’imbottigliamento, spesso con l’aggiunta di anidride carbonica per esaltare la freschezza e la vivacità del prodotto.
Il vino dealcolato rappresenta una valida per chi vuole ridurre il consumo di alcol senza rinunciare al piacere del vino. Con l’innovazione tecnologica e la crescente attenzione verso il benessere, sempre più produttori stanno investendo in questa categoria, offrendo prodotti di qualità con profili sensoriali sempre più raffinati.