Dal 29 gennaio 2015, data della sua quotazione in Borsa, Italian Wine Brands ha vissuto un decennio di sviluppo costante. Il valore delle azioni è aumentato di oltre il 130%, passando da 10 euro iniziali a oltre 22 euro attuali. La capitalizzazione di mercato è cresciuta da 60 milioni di euro al momento dell’IPO a più di 210 milioni, riflettendo la solidità dell’azienda e la fiducia degli investitori. Anche il fatturato ha registrato un incremento significativo, passando da 140 milioni di euro nel 2015 agli attuali 400 milioni. L’EBITDA per il 2024 è previsto a 50 milioni di euro, rispetto ai 12 milioni del 2015, come evidenziato dal presidente e CEO Alessandro Mutinelli, che ha ripercorso il primo decennio di Italian Wine Brands in Borsa.
Nel corso degli anni, il gruppo ha rafforzato la propria struttura attraverso acquisizioni strategiche, integrando aziende come Giordano Vini, Provinco, Svinando, Raphael Dal Bo, Enoitalia, Enovation Brands e Barbanera. Queste operazioni hanno favorito l’ingresso nel progetto societario di fondatori e famiglie delle aziende acquisite. Guardando avanti, Mutinelli non esclude ulteriori acquisizioni, purché coerenti con la strategia di crescita e innovazione del gruppo. Sebbene il settore vinicolo fosse considerato poco adatto alla quotazione in Borsa per via della sua frammentazione e degli alti investimenti richiesti, Italian Wine Brands ha dimostrato il contrario, affermandosi come un’azienda solida e in continua espansione.
Oggi, con oltre il 70% del capitale flottante, Italian Wine Brands si configura come una vera public company, con una vasta base di azionisti tra investitori istituzionali e privati. Il gruppo genera l’80% del proprio fatturato all’estero e gestisce cinque laboratori di analisi per il controllo della qualità. Distribuisce circa 160 milioni di bottiglie in oltre 90 Paesi, rispetto ai 44 milioni del 2015. Con un portafoglio di oltre 70 marchi, tra brand proprietari e private label, l’azienda si distingue per la capacità di produrre vini di alta qualità rispondendo alle esigenze di un mercato dinamico.
L’ingresso in Borsa di Italian Wine Brands è avvenuto attraverso un modello innovativo di quotazione, grazie all’iniziativa IPO Challenger di Electa Ventures, guidata da Simone Strocchi. L’obiettivo era chiaro fin dall’inizio: creare un leader nel settore vinicolo, tradizionalmente frammentato. Questo percorso ha dimostrato come la finanza possa sostenere la crescita industriale, contribuendo allo sviluppo di eccellenze italiane piuttosto che limitarsi al semplice trading.
Dopo dieci anni dalla quotazione, Mutinelli ha espresso gratitudine verso chi ha contribuito alla crescita dell’azienda, sottolineando come Italian Wine Brands sia oggi riconosciuta a livello internazionale per qualità, varietà di gamma e capacità distributiva. L’azienda ha mantenuto la promessa iniziale di aggregare realtà vinicole per competere con i maggiori player globali, creando valore per gli azionisti. Tuttavia, il cammino di crescita non si è ancora concluso e restano molte opportunità da esplorare.
Anche Simone Strocchi ha evidenziato il successo di Italian Wine Brands, sottolineando come questa esperienza possa rappresentare un modello replicabile in altri settori dell’economia italiana. Favorire l’incontro tra capitali e progetti imprenditoriali ambiziosi può portare alla nascita di nuovi protagonisti industriali, contribuendo al rafforzamento del tessuto economico del Paese.