Il 2021 è stato un anno record per i fine wines. A testimoniarlo gli indici più importanti del Liv-Ex, il “termometro” mondiale del mercato secondario. Il settore è cresciuto del 23,1% in 12 mesi (per l’Italia ne hanno fatto parte, il Barolo 2014 di Bartolo Mascarello, il Barolo Villero 2013 di Brovia, il Barolo Sperss 2013 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2010 di Giacomo Conterno, il Masseto 2014 e 2015 e l’Ornellaia 2013 e 2015 del gruppo Frescobaldi, il Sassicaia 2014, 2015 e 2016 della Tenuta San Guido, il Solaia 2015 ed il Tignanello 2015 e 2016 della Marchesi Antinori, con il Tignanello 2015).
Nonostante le ingenti perdite causate dalla pandemia in diversi settori economici, la crescita è stata trainata dal consumo di etichette di pregio nei locali di alta ristorazione italiana. L’Istat infatti parla di una crescita del 22,3% nel 2021 per il settore vendite food&wine nei ristoranti del Paese, tanto che i singoli consumatori prevedono una crescita del 35% della spesa per l’acquisto di bottiglie di lusso per il 2022.
Anche le nuove generazioni parteciperanno alla crescita futura del “Fine Wines”: Luxury Market Report conferma infatti che il 24% delle vendite riguardano soprattutto vini di alta gamma e spirits acquistati dalla categoria del Millennial.
“Investire nel vino pregiato permette di avere un punto di vista assai più ampio rispetto ai tradizionali investimenti in beni rifugio quali oro, orologi e diamanti – ha constatato Luigi Sangermano, imprenditore del lusso e ad di Laurent-Perrier Italia –. Investire nelle etichette di alta gamma che possono essere consumate dai collezionisti rende il mercato molto più sicuro, quindi meno volatile e con capacità di rendimento a doppia cifra nel lungo periodo: il terribile conflitto in corso, paradossalmente, non creerà particolari problematiche a questo comparto, anzi. Nei prossimi anni ci sarà una bolla speculativa che farà nuovamente calare le quotazioni dei classici beni rifugio – termina Sangermano – bruciando capitali e facendo calare drasticamente il numero di operazioni sul mercato. Il vino pregiato, al contrario, continuerà il suo percorso di crescita, magari rallentando, ma comunque senza mai fermare lo scambio e la crescita di valore”.