La cooperativa piemontese è stata tra le prime, parliamo della metà degli anni ’80, a valorizzare il proprio terroir a 360°. Un processo, quindi, pionieristico, che significa non solo fare attenzione ai singoli Bricchi o Bric (le colline e le loro cime), ma anche alla parcellizzazione dei vigneti, al microclima e ai suoli. Ma terroir per Vinchio Vaglio comprende tutto quanto caratterizza un’area geografica. La cultura, la storia, l’agricoltura, la gastronomia, m mete e percorsi turistici. Una visione, insomma, in divenire.
Non a caso il vino di punta della cooperativa dell’astigiano è stato battezzato Sei Vigne Insynthesis Barbera d’Asti Superiore DOCG, un nome che va forse persino al di là della prima accezione voluta da Vinchio Vaglio, cioè la riunione delle migliori uve di pochi vigneti di Barbera d’Asti con viti di oltre 60 anni. Questo vino è, infatti, la sintesi di una visione profonda del territorio. Ed esprime l’orgoglio dell’appartenenza al medesimo territorio. Oggi le vigne da cui è prodotto sono solo tre, tre formidabili parcelle, impiantate su terreni sabbiosi, terre rosse e terre astiane. L’affinamento avviene in barriques nuove per 18/20 mesi, quindi fa un breve passaggio in cemento e un altro anno in bottiglia o anche di più.
Vigne Vecchie
Eppure la Barbera si esprime in modo ancora diverso, ma ottimo, in altre due declinazioni: Vigne Vecchie Barbera Superiore DOCG e Vigne Vecchie 50° (quest’ultimo presentato in occasione del cinquantesimo anniversario della cantina). Il nome sottolinea l’età sostenuta dei vigneti di Barbera, che ancora esprimono uve bellissime per aromi, zuccheri, acidità e tutto il resto. Insomma, bacche che se vinificate nel modo giusto non ti tradiscono. E Vinchio Vaglio matura le prime in barriques di rovere francese per un periodo che varia a seconda dell’annata. Perché il risultato finale vuole sempre essere lo stesso: ottenere una Barbera importante, sostenuta, ma insieme fresca ed elegante. Quel che si chiama tra i vigneron del luogo “Una Signora Barbera”. Ma notevolissimo è anche il Vigne Vecchie del cinquantenario, che fa parte in acciaio e parte in cemento per 16 mesi più un altro mezzo anno di affinamento in bottiglia. Due Barbera pertanto assai distinte, ma che solo il gusto personale può portare a preferire l’una o l’altra.
Nizza Mon Amour
Difficile dimenticare, una volta assaggiato, un altro vino d’alto profilo della cantina. Proveniente dai vigneti del Bricco Laudana, il Nizza Riserva DOCG testimonia anche esso il valore della Barbera di questa parte dell’Astigiano, grazie a una sapiente vinificazione (vinificazione in barriques nuove e non, breve passaggio in cemento, affinamento in bottiglia) secondo processi volti a estrarre il meglio dal frutto. Tanto che fino a oggi il Laudana, potrebbe essere la tappa conclusiva di un percorso virtuoso nel mondo di un vitigno mai abbastanza apprezzato, ma tra i più nobili della Penisola.
Il territorio in sintesi
Essere riconosciuti come Patrimonio Unesco è un biglietto da visita d’inestimabile valore. Un valore, che comunque va coltivato giorno dopo giorno. E ogni realtà qui cerca di fare del suo meglio. Tra i percorsi che i Comuni di Vaglio e Vinchio promuovono vi è per esempio il suggestivo Sentiero dei Nidi, che dalla Cantina conduce in mezzo ai boschi, tra i vigneti e fino all’ingresso della Riserva Naturale della Val Sarmassa, con scorci panoramici mozzafiato e un territorio che porta ancora l’impronta e le tracce di antiche ere geologiche, quando qui tutto era sommerso dal mare e oggi appare come un mare verde, “il mare verde del mio paese”, secondo le parole dello scrittore Davide Lajolo.
Dove mangiare e dormire
Be’, da queste parti di posti dove mangiare bene ce ne sono davvero tanti, ma dobbiamo “synthetizzare” per ragioni di spazio. E perché dove segue abbiamo mangiato molto, molto bene. Parliamo del Ristorante Piazza Crova 3 di Vaglio Serra. Piatto imperdibile: la finanziera.
Per dormire affidatevi alla ospitalità del Castello di Vaglio Serra, un patrimonio nel patrimonio.