I produttori di vino italiani nell’era del post-Covid cercano in maniera più diretta e con tutti i mezzi fisici e digitali che hanno a disposizione il consumatore finale. Il tutto in un quadro in cui le imprese del vino hanno risposto all’impatto del Covid e ora guardano al futuro con qualche differenza rispetto al 2019, infatti si va verso una riduzione dei costi in vigna e in cantina per poi rinvestire nel digitale e nella comunicazione
Questo è il messaggio che emerge dal Wine Business Forum, firmato da Business Strategies di Silvana Ballotta, che sul palco della Milano Wine Week ha riunito studiosi, produttori e critici da ogni angolo del mondo, con personalità come il critico e fondatore di Vinous, Antonio Galloni, vertici di cantine italiane quali Riccardo Pasqua AD di Pasqua Vini, Arturo Ziliani di Berlucchi e altri nomi importanti del settore.
Dal forum è emerso che l’impatto è stato avvertito molto più forte in Paesi come Sudafrica e Spagna, meno in Germania, mentre Usa e Italia si posizionano in mezzo. Il danno c’è stato per tutti ma a preoccupare è il fronte dei costi mentre in prospettiva c’è grande paura soprattutto per le ripercussioni sui mercati internazionali e interni. Ovviamente quello che spaventa di più è il calo dei ricavi, ancora da stimare con esattezza, ma che forse sarà più contenuto di quanto previsto nei mesi del lockdown.